SULL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE: IPOCRISIE E MISERIE DI QUESTA AMMINISTRAZIONE
Siamo gli studenti che hanno partecipato all’ultimo consiglio comunale che a notte fonda ha deciso di confermare il finanziamento di 600.000 euro che il Comune versa ogni anno all’Imt. Abbiamo deciso di partecipare a questo consiglio per esprimere il nostro dissenso rispetto alla gestione dei fondi comunali che la giunta Tambellini sta facendo, in assoluta continuità con le precedenti amministrazioni. Non abbiamo provocato alcuna tensione, come alcuni hanno riportato, abbiamo semplicemente rivendicato il diritto a far sentire la nostra voce in modo composto ma deciso, esponendo dei cartelli e chiedendo di fare un intervento, intervento che ci è stato negato. Del dibattito che ne è seguito prima della votazione ci ha colpito soprattutto l’intervento del sindaco. Uno sproloquio penoso e stentato, infarcito di una retorica vuota e aleatoria sul merito e sull’ alta formazione, non senza un lungo preambolo assolutamente fuori luogo sulla sua storia personale. Un discorso di una pochezza spaventosa, che denota la totale incapacità di questa giunta di rispondere alle sollecitazioni dei cittadini che chiedono un cambio di rotta. Un discorso intriso peraltro di una forte demagogia: l’argomentazione portata avanti dal sindaco rispetto alla cessazione dei fondi versati all’IMT verteva soprattutto su un punto: questa amministrazione non è qui per distruggere. Questa argomentazione è chiaramente fuorviante e mendace, poiché ci sembra ovvio che il mancato versamento dei 600000 euro che ogni anno il comune da alla Fondazione non causerebbe la “distruzione” dell’IMT, visto che essi (a differenza per esempio del Boccherini) non vivono prevalentemente dei fondi comunali ma possono contare molto altre fonti di finanziamento (per un totale di circa 11 milioni di euro). La necessità di ricorrere a tale demagogia per dare una motivazione all’investimento del Comune sull’IMT ci da ancora una volta da pensare riguardo al rapporto che possa intercorrere tra le parti: è stato lo stesso Presidente Baccelli, a seguito della manifestazione in San Francesco, a spiegare la fondamentale presenza delle fondazioni nella città, soprattutto per quanto riguarda i loro investimenti nella ristrutturazione di Scuole e di altri spazi di utilità collettiva: non sarà quindi che semplicemente non si “possano” sospendere i finanziamenti all’IMT poiché si può incorrere nel rischio di incrinare dinamiche e rapporti troppo preziosi per questa città? Ma ci chiediamo soprattutto; che conseguenze avrà sulla città il fatto che, in questo momento di forte crisi, le fondazioni bancarie adempiano a tutti quei ruoli (come la messa a norma degli spazi comunali) che dovrebbero spettare al Comune? Quello che è certo è che quel simbolo col Volto Santo lo vediamo sempre più spesso in città.
Quanto avvenuto l’altra sera ci da, quindi, ulteriore dimostrazione che la giunta Tambellini, confermando con fermezza il finanziamento di 600.000 all’Imt a scapito di altre destinazioni d’uso di queste risorse (fondi di sostegno agli studenti pendolari, riqualificazioni di strutture pubbliche abbandonate ecc.), non ha il coraggio di assumere delle decisioni politiche di reale rottura con il passato. A partire da questo momento noi non accetteremo più di sentire la formula magica (dell’ipocrisia) “Non ci sono soldi”, l’imbroglio con cui si vuole meschinamente nascondere la propria inconsistenza e le proprie responsabilità per lo stato in cui versa la città. Arrivati a questo punto riteniamo che solo la mobilitazione dal basso dei cittadini possa imprimere una sterzata alla realtà asfittica che stiamo vivendo. Difendere gli spazi pubblici, pretendere che non vengano svenduti ai privati, e che vengano al contrario riqualificati e rimessi a disposizione della cittadinanza, ci sembra un buon punto di partenza su cui lavorare. L’esperienza della Polisportiva Autogestita Le Madonne Bianche, riqualificata con un’azione dal basso, dimostra che un altro modello di gestione degli spazi pubblici è possibile, e che laddove le istituzioni sono assenti i cittadini sono in grado di garantirsi da soli il diritto a fruirne. Giovedì 14 novembre verranno messi all’asta l’Ex Centro Ippico e un edificio residenziale, entrambi situati a S. Anna e di proprietà comunale. Consideriamo un fatto grave che il Comune si ritenga in diritto di alienare il patrimonio dei cittadini senza prima averli interpellati circa l’opportunità di questa scelta, specie adesso che il problema abitativo sta diventando una piaga sociale per un numero sempre più grande di famiglie impoverite dalla crisi. Perciò abbiamo deciso di convocare per le ore 9:00 di giovedì 14 novembre un presidio sotto Palazzo Santini, dove si terrà l’asta, per manifestare ancora una volta il nostro dissenso rispetto alla svendita del patrimonio pubblico. È tempo di impegnarsi per cambiare aria, perché quella “nuova” è in tutto simile alla vecchia. Noi ci saremo. Ai cittadini di Lucca chiediamo: e voi?
Novembre 8, 2013 Commenti disabilitati su SULL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE: IPOCRISIE E MISERIE DI QUESTA AMMINISTRAZIONE
MERCOLEDì 30 ASSEMBLEA PUBBLICA @MB IN DIFESA DEGLI SPAZI SOCIALI
Giovedì scorso siamo stati convocati in comune per parlare della nostra “esperienza” alle Madonne Bianche, da parte nostra speravamo in una apertura da parte del comune verso tematiche che ci stanno molto a cuore quali la gestione e la riqualificazione di spazi pubblici. In realtà eravamo stati convocati in vista del bando di assegnazione per sapere quando e con quali modalità avremmo lasciato le madonne Bianche. Le attività svolte alle Madonne Bianche erano volte a rilanciare un miglior utilizzo degli spazi pubblici sia da parte del comunque che della cittadinanza. Infatti la linea politica del comune da molto tempo, nonostante la speranza che con la giunta Tambellini si notasse un cambiamento, è rimasta invariata e consiste in un progressivo abbandono e in una successiva svendita del terreno pubblico. Il comune ha provato a giustificarsi davanti a noi dicendo che a causa della mancanza di fondi e secondo le direttive statali è necessario svendere il patrimonio pubblico per poter tutelare le esigenze dei cittadini più indigenti. Infatti il 14 ottobre verrà messo all’asta il centro ippico al prezzo base di 650’000 euro, una cifra irrisoria rispetto al valore oggettivo del’immobile e del terreno, ed insieme ad esso alcune case popolari. E’ in questo modo che il comune sostiene di voler tentare di arginare la mancanza di denaro e aiutare i meno abbienti, abbandonando i terreni che non riesce a gestire o non vuole gestire a favore di grandi compagnie con interessi speculativi e vendendo le medesime case che prima svolgevano un vero e proprio servizio per i cittadini più bisognosi. Questo è il destino che attende anche le Madonne Bianche da una parte un bando di assegnazione che prevede solo per la messa a norma dello stabile ingenti investimenti che non potranno che portare alla privatizzazione della struttura e di conseguenza ad un suo utilizzo previo pagamento, dal’altra a causa degli ingenti costi e dagli esigui margini di guadagno ad un oggettivo rischio di un nuovo abbandono della polisportiva. Inoltre assistiamo stupefatti all’investimento da parte del comune di ingenti somme in ristrutturazioni prive di senso come quella di piazzale verdi con il progetto PIUS, come quelle del teatro del Giglio e in lussuose istituzioni private come l’IMT quando le scuole pubbliche cadono a pezzi.
RILANCIAMO PER MERCOLEDì 30 ALLE ORE 18 ASSEMBLEA CITTADINA!
Ottobre 28, 2013 Commenti disabilitati su MERCOLEDì 30 ASSEMBLEA PUBBLICA @MB IN DIFESA DEGLI SPAZI SOCIALI
PAROLE IN LIBERTA’ di Martinelli e “LA NAZIONE”.
La cosa che ci fa più sorridere è che i giornalisti e politicanti che ci criticano dimostrano di essere prima di tutto disinformati su quello che l’esperienza di autogestione che la polisportiva sta vivendo.
Cibo e bevande, spesso portati da casa, sono distribuiti su offerta.
L’impianto elettrico è stato rifatto completamente, i servizi igienici sono regolari e funzionanti e l’allacciamento idrico pure. Ma a chi ci attacca questo evidentemente non interessa. Ci pare chiaro che l’intento non sia raccontare la realtà quanto strumentalizzare l’esperienza per secondi fini e obbiettivi politici .
Ottobre 13, 2013 Commenti disabilitati su PAROLE IN LIBERTA’ di Martinelli e “LA NAZIONE”.
Comunicato sui fatti della notte bianca.
Per compiere l’analisi più lucida e veritiera possibile noi di Torpedo abbiamo deciso di attendere qualche giorno prima di diffondere il nostro comunicato ufficiale.
E’ importante cominciare dal riassunto più completo possibile degli avvenimenti di sabato: Come spiegato da Mario, gestore del bar Caffè Ristretto, non certo un anarchico insurrezionalista, da qualche tempo dei volti nuovi al locale si aggiravano nella zona. Anche la sera stessa dell’accaduto si sono viste persone osservare i movimenti che noi di Torpedo facevamo nel Bar. Attorno all’una e quarantacinque (momento in cui peraltro la stragrande maggioranza di Torpedo non era presente al bar) 6 di questi ragazzi, noti come fascisti, tra i 17 e i 20 anni di età, effettuano un vero e proprio blitz: volano calci, pugni, cestini, biciclette. Bottiglie: Silvio,ventiduenne, viene squarciato; non sull’occhio e non sulla gola, sulla guancia. Poteva andare molto peggio. L’azione dei giovani dura meno di un minuto, dopo aver fatto il ferito tutti scappano. La notizia si diffonde subito e tutti accorrono sul posto: chi ha visto di persona il gesto così infame e vigliacco è incontenibile. Qualcuno decide di andare a cercare questi aggressori, tutti gli altri si accodano cercando di evitare il peggio. Una volta giunti da Piazza Grande all’incrocio con Via Garibaldi, presso il locale Old City, rivediamo i volti di quei ragazzini:stavolta al loro fianco ci sono i volti di sempre. Quelli che fecero saltare un occhio, quelli che da anni perpetuano violenza organizzata a Lucca. Il tempo di incrociare lo sguardo con questi individui e già hanno la cintola in mano. Ci sono attimi di tensione, per fortuna si evita il peggio. Poi arriva la polizia: da una parte dei ragazzi per lo più impauriti e disperati dall’accaduto, che cercano qualcosa che sanno di non potere avere. Dall’altra, persone che di quelle situazioni ne hanno vissute a decine. La polizia decide di fronteggiare con casco e manganello il primo gruppo, che, chiaramente, arretra. Qualche poliziotto dice anche:”Dobbiamo portare via voi, gli altri non ci ascoltano nemmeno”. Dopo diverse decine di minuti decidiamo di andarcene, frustrati. Mentre tanti di noi attorno alle 4 si riparano dal temporale sotto la Loggia in San Michele ci accorgiamo che la polizia e la digos osservano i nostri movimenti. Ci chiediamo se anche per quelli che erano dall’altra parte del cordone siano state riservate le stesse precauzioni. Il temporale si attenua; è l’occasione per molti di noi di andare a casa. Sotto le case di due di noi però c’è un’inattesa e terrificante sorpresa. La conferma definitiva che quello che era avvenuto quella sera non era un rissa da Bar, non erano gli eccessi dell’alcol, ma era un premeditato tentativo di colpire. Una macchina piena di 4 di questi fascisti sotto ognuna di queste 2 case. Il primo di noi, in bicicletta, si accorge da lontano che c’è qualcosa che non va, e riesce ad andarsene. Il secondo parcheggia tranquillamente la macchina sotto casa ed una volta arrivato al cancello si accorge che c’è un problema: 4 persone, cinghia alla mano, gli si avvicinano;sono i volti visti al Old City, ma stavolta, nell’ombra, sono i vecchi, i pregiudicati. Le parole che dicono sono “ti ammazziamo”. Il ragazzo non vede chiaramente il volto di nessuno dei presenti, ma capisce che con questi non c’è da scherzare. Se il nostro amico non fosse così agile e veloce forse oggi parleremmo di qualcosa di gravissimo. Fatto sta che riesce a scappare e a raggiungere l’ospedale, dove verrà ricoverato per un’ora per crisi respiratoria. La sua macchina in ogni caso è stata vandalizzata. Sono le 6 e 30, questa notte terribile si conclude. In questi giorni ci siamo interrogati più volte sulla natura di questi eventi, sul modo più giusto di affrontare questa situazione così sgradevole e mai voluta. Ci siamo resi conto che, probabilmente, di soluzioni definitive non ce ne sono. Ci siamo anche resi conto di quanto sia necessario fare chiarezza ed esporre chiaramente le conseguenze che hanno eventi come questo. Ci sono, infatti, due grossi problemi che nascono come conseguenza degli avvenimenti di Sabato. Due problemi diversi ma non escludenti e che hanno nell’analisi stessa un messaggio ben chiaro che vorremmo mandare all’opinione pubblica. Il primo è di natura prettamente politica: gli aggressori di Sabato hanno la necessità, per motivi dichiaratamente ideologici, di attirare in una spirale di odio e violenza la controparte che hanno scelto; una controparte (evidentemente noi di Torpedo) che invece non ha il minimo interesse politico ad affrontare in una battaglia una fazione opposta che non vede come tale; che anzi non considererebbe proprio se potesse. Il secondo è di natura più ampia, e deve coinvolgere di conseguenza una più ampia fetta della città di Lucca: è un problema di sicurezza,di ordine pubblico e di buon vivere comune. Analizziamo e spieghiamo questi due punti: 1 Per capire cosa intendiamo quando parliamo di problema politico è essenziale comprendere la differenza essenziale tra noi di Torpedo e questi individui che tanto vorrebbero essere i nostri nemici: il nostro progetto politico parla da anni della socialità a Lucca, di come essa possa migliorare, di quali possibilità e servizi si possano inseguire collettivizzando un problema personale (per esempio l’assenza di spazi sociali) scaturito dalla società in cui viviamo, in un’azione politica più ampia. Esempio lampante è la Polisportiva Madonne Bianche che, nonostante tutto,continua il suo lavoro di apertura e coinvolgimento nei confronti di tutti quegli individui e quelle organizzazioni che vogliano costruire un altro modello di aggregazione in città. Questo cammino politico potrà anche essere giudicato sbagliato, inutile, o magari, come tutte le testate giornalistiche dicono, estremo. Quel che è sicuro è che al suo interno non prevede nessuna organizzazione premeditata di Violenza contro degli individui: è impensabile che l’obiettivo politico di Torpedo sia abbattere i fascisti a Lucca. Impensabile. Sembra invece, dopo tutti questi anni, che la ricerca di un nemico fisico contro cui scagliarsi sia il principale obiettivo degli aggressori di sabato sera. I fatti parlano chiaro, un gruppo di ragazzi tra ipiù giovani, gli incensurati, effettua un blitz in un locale, in mezzo a decine di persone, colpisce e fugge. Questi ragazzi li ritroviamo più tardi in mezz oalla vecchia guardia, quei signori che da anni perpetuano violenza gratuita e fine a se stessa. Sono quei signori che attendono sotto casa i nostri amici.Non erano per caso nel locale, tanto meno non erano per caso ad aspettarci sotto casa. Hanno scelto un nemico e il loro obiettivo politico ben preciso è di intimidirlo, portarlo allo scontro. Questo oramai ci sembra indubbio. Diciamo una volta per tutte che noi aborriamo totalmente questo tipo di violenza “politica” e personale e invitiamo l’opinione pubblica a capire quanto questo non sia uno scontro tra estremi che si combattono, ma un conflitto creato da una parte e che noi stiamo subendo. Quello che chiediamo è quindi alle persone che in questa città non possono tollerare la presenza di certe idee politiche, e le considerano marce e vuote, di stringersi (come già sta avvenendo) attorno a noi e di aiutarci. 2 Per capire invece quanto gli eventi di Sabato possano costituire un elemento di disturbo al buon vivere delle persone bisogna fermarci a parlare del ferito: Silvio, amico fraterno di tanti componenti diTorpedo, è di fatto un esterno. Soprattutto in tempi recenti non si è mai esposto particolarmente nelle attività di Torpedo. Soprattutto, non aveva idea dichi fossero i suoi aggressori. Cosa vuol dire questo? Che al posto di Silvio ci potevano essere tante altre persone, che le bottiglie e le biciclette che sono volate, potevano colpire qualcun altro che, come Silvio, aveva poco o niente a che fare con la sterile battaglia “politica” che questi avevano intenzione di fare. Si può davvero tollerare, come cittadino normale, che ci sia qualcuno che va in giro rischiando di uccidere (la guancia è a veramente pochi centimetri dalla gola) altre persone all’interno di locali pubblici? Si può tollerare il fatto che sotto le nostre case ci siano individui che compiono agguati? E’ accettabile, al di là dell’idea politica che uno ha,l’organizzazione premeditata e squadristica di questa violenza? Noi, sinceramente, crediamo di no. E crediamo anche che questo sia un problema che riguarda l’intera città. E a questa città, bigotta, egoista e attaccata strenuamente al proprio giardino, non chiediamo di cambiare. Non le chiediamo di entrare in Torpedo, non le chiediamo di essere socialista comunista o di estrema sinistra; non le chiediamo nemmeno di essere antifascista (concetto reso complesso, ma in realtà tanto scontato e quasi automatico). Chiediamo semplicemente che ognuno di noi, oltre a dare la solidarietà ai feriti (che non manca mai e in nessun caso….), reagisca e si impegni in prima persona perché cose del genere non avvengano più e si renda conto che se ancora oggi tutto questo succede è anche colpa di ognuno di noi, singoli individui (che così spesso non abbiamo il coraggio di dire che certe persone negli spazi di tutti non le vogliamo e restiamo impietriti fronte ai loro soprusi), ma anche e delleIstituzioni, spesso ambigue, e della Questura, che spero capisca che la prossima volta, piuttosto che isolare e controllare un frustrato e confuso gruppo di ragazzi incensurati, sconvolti dallo squarcio su un volto di un loro amico, aggrediti da balordi che ricoprono i loro gesti di significato politico,e che semplicemente si sta riparando sotto una loggia dal temporale, controlli quelle persone che da anni compiono azioni di questo tipo e che infatti qualche ora dopo ci aspettavano sotto le nostre case. Speriamo che questi messaggi arrivino forte e chiaro a chi di dovere, noi nel frattempo continueremo imperterriti con il nostro lavoro sugli spazi sociali alla Polisportiva Autogestita Le Madonne Bianche, convinti che questo possa essere solo un bene per la città.
TORPEDO
Agosto 30, 2013 Commenti disabilitati su Comunicato sui fatti della notte bianca.
Riqualifichiamo le Madonne Bianche
In data 21/06/2013 noi ragazzi del gruppo Torpedo abbiamo deciso di iniziare un percorso di riqualifica e riutilizzo del Parco delle Madonne Bianche.
Abbiamo deciso di avviare quest’opera di bonifica perché siamo stanchi di vedere i luoghi pubblici, in particolar modo quelli riservati alla socialità e alla aggregazione, che vengono abbandonati e lasciati al degrado dalle varie amministrazioni che da sempre mostrano disinteresse per questi.
Le attività attualmente in disuso nel parco sono: campo da calcio campo da tennis campo da bocce parco giochi per bambini e un piccolo immobile destinato alla socialità.
L’ autorganizzazione dal basso è l’unica soluzione efficace per sottrarre questo luogo dal suo lungo degrado; l’alternativa propostaci è una futura e inderminata gestione privata, suggerita dalla giunta comunale. Mentre essa stabilisce che per il parco servono 200000 (bilancio annuale 2013) noi proponiamo di farlo autonomamente attraverso l’autofinanziamento, riaprendo questo spazio a chi vorrebbe utilizzarlo in maniera lecita.
Per far questo, oltre all’opera di riqualificazione, pulizia e sistemazione degli spazi che stiamo già svolgendo e che continueremo a svolgere nei prossimi giorni, vorremo coinvolgere chiunque tiene a questo parco quanto noi e non può continuare a vederlo appassire così; in particolar modo chi vive in prossimità di questo parco e che magari ha già utilizzato questo luogo in passato.
Invitiamo il quartiere di Sant’Alessio e l’intera cittadinanza a venirci a conoscere all’incontro pubblico che si svolgerà domenica 23 alle ore 18
Consideriamo la ex polisportiva un bene comune e vogliamo farla rivivere.
Vi aspettiamo.
Giugno 21, 2013 Commenti disabilitati su Riqualifichiamo le Madonne Bianche
Vite di scarto alla ricerca della socialità perduta
L’obiettivo di Torpedo è quello di cambiare prospettiva. Di rinnovare lo spirito quotidiano con cui vivere la realtà che che ci circonda: Una realtà che, ogni giorno di più, attraverso l’ossessione per il denaro ed in nome dell’arricchimento come unico scopo di vita, filtra e sporca con la sua matrice egoistica, tutti quei momenti di Aggregazione che dovrebbero essere invece contraddistinti dalla Fratellanza e dalla Gratuità. La valorizzazione della socialità, l’utilizzo comune degli spazi, la naturale collettivizzazione dei problemi della vita sono le ragioni che stanno alla base del pensiero e dell’azione politica del gruppo Torpedo.
Con momenti di Aggregazione, ci riferiamo in primo luogo alla Cultura e all’Arte, e più in generale a tutta ciò che è creatività e inventività: una parte fondamentale dell’uomo che è per definizione libera ed indipendente e che, invece, è resa sempre più inevitabilmente succube e funzionale sistema della compravendita.
Ci riferiamo anche e soprattuto al modo stesso di vivere i rapporti sociali, di vivere l’amicizia, di vivere i sentimenti, di vivere insomma tutto ciò che è condiviso, e che, per forza di cose non può e non deve essere influenzato o addirittura manovrato da dinamiche individualiste come quelle dettate dal denaro.
L’Individualismo come unica forza motrice dell’uomo è proprio la caratteristica fondamentale di un occidente che, ormai in crisi, in nome di un finto benessere consumista, ha dimenticato (o ha voluto dimenticare) la bellezza e l’importanza del momento collettivo.
Questo tipo di dinamiche si applica perfettamente alla città di Lucca: la città che ci ha cresciuto e che amiamo. Una città che però tende fortemente all’egoismo e alla tutela del proprio spazio vitale a scapito del sentimento collettivo che vorremmo promuovere. Lucca è una città impaurita, che stimola all’incontro superficiale e alla non fiducia nell’altro. Una città che, nel momento di forte crisi che stiamo vivendo, ha tradotto le sue prerogative individualistiche nella cieca sudditanza alle dinamiche di mercato: “Chi può permettersi di pagare di più sopravvive, il resto, indistintamente, se ne va.” Ed è così che ci ritroviamo a vivere la città oggi. Una città che vede sotto attacco i pochi centri di aggregazione rimasti. I circoli e i cinema spariscono, per lasciare posto ai lussuosi appartamenti e alle vetrine delle grandi catene. Gli spazi liberamente fruibili e i luoghi d’incontro gratuiti sostanzialmente non esistono e in particolari modo i giovani vivono con perenne frustrazione e difficoltà questa città che, evidentemente, non gli hai mai apprezzati.
L’Obiettivo che cerca di perseguire Torpedo è quello di riuscire, passo dopo passo, a spezzare tutti quei vincoli, prima di tutto mentali, ma poi in particolar modo burocratici e fisici, che ci impediscono di vivere la Socialità nel modo migliore. L’Obiettivo è cambiare prospettiva.
Una prospettiva che però è ancorata, come detto, in anzitutto, a vincoli mentali insiti nella città stessa e in modo più ampio nella società in cui viviamo. L’essenza di questi vincoli sta nel fatto che si consideri un gruppo di persone che si ritrova in un assemblea come una minaccia sociale. La capacità di ritrovarsi in più individui con l’intento di collettivizzare un problema e cercare di risolverlo, di lavorare insieme perché tutti ne traggano un vantaggio personale, è un processo fondamentale nella storia dell’uomo, è l’idea che sta alla base della politica e dell’evoluzione della società. Una società che oggi, invece vuole considerare l’individualismo, la “cura del proprio giardino”, come l’unico valore positivo da tutelare strenuamente. La nostra città ha dimostrato più volte, attraverso le forze dell’ordine, di non considerarci come una risorsa, ma come un problema di ordine pubblico. La repressione nei nostri confronti da parte delle forze di polizia è un elemento a cui ormai siamo abituati: il controllo, anche personale, di ognuno di noi è una costante. A questo si uniscono spesso l’intimidazione e soprattutto l’impossibilità ad attuare tante delle nostre iniziative. In tutto quello che abbiamo fatto in questo primo paio d’anni di attività (feste sul fiume, spettacoli teatrali al Mercato del Carmine, cineforum, volantinaggi informativi, autogestione del Centro Culturale Agorà), non abbiamo mai mancato di rispetto ai luoghi che abbiamo attraversato e alle persone che abbiamo incontrato e abbiamo perseguito come unico intento quello di dare un servizio in più alla popolazione; la considerazione che le forze dell’ordine hanno di noi risulta, dal nostro punto di vista, totalmente incomprensibile. Questa considerazione è sicuramente un effetto della paura dominante in questa città. Una paura, una malfiducia, che costringe a isolarsi e a non credere mai nella buona fede dell’altro, e a desiderare quindi sempre il maggior controllo possibile.
Il timore e la smania di controllo hanno come altro effetto concreto la creazione dell’altro vincolo a cui accennavamo prima. Quello Burocratico: la necessità di una regolamentazione totale di ogni aspetto della vita crea un labirinto irrisolvibile di leggi e cavilli da cui è praticamente impossibile uscire illesi. Regolamentazioni sulla vendita, sugli alimenti, sulla riproduzione della musica, sugli spazi, sulla sicurezza; è probabile che su 10 eventi di qualsiasi genere che coinvolgano più di 50 persone ce ne sia 1 completamente a norma. Questo ci fa capire quanto il sistema di leggi messo in piedi in questi anni abbia completamente fallito: quando ci si rende conto che prevaricare i limiti della legalità è una necessità, è il momento di voltare pagina. Questo è quello che vogliamo fare noi: scalfire il sentimento reazionario dominante che, con ipocrisia, si aggrappa a dalle leggi che non può rispettare.
Il terzo vincolo è quello fisico: il vincolo che riguarda sostanzialmente l’assenza di spazi direttamente fruibili, esso è causa ed effetto dei vincoli precedenti ed ha bisogna di qualche premessa per essere affrontato:
Gli spazi mancanti che oggi dovremmo vederci elemosinare dalle istituzioni locali hanno, infatti, una storia ben precisa, e forse prima ancora di dire perchè ne sentiamo la necessità dovremmo comprendere le motivazioni per cui questi vengono a mancare. La questione che vogliamo quindi portare alla base della discussione non è quindi è la classica esposizione di cosa vorremmo fare con degli ipotetici spazi ma è: dove sono andati a finire gli spazi pubblici?
Non partire da qui vorrebbe dire affrontare il problema marginalmente o ancor peggio essere ipocriti, cioè non comprendere il processo storico che ha portato la città ad essere così come è adesso. Le tematiche di cui oggi qui si discute sono le stesse che 10 anni fa i movimenti sociali hanno portato in piazza nei tempi della giunta Fazzi e che non trovarono alcuna risposta, e che ancora oggi sono di un’attualità sconcertante.
Come detto in precedenza, la spiegazione dello svilimento e della progressiva privatizzazione degli spazi pubblici può essere trovata solo nel pieno dispiegarsi delle politiche liberiste, che in questa città hanno trovato una culla favorevole in cui crescere e sviluppare i loro effetti devastanti. L’attuazione di queste politche ha teso negli anni a reprimere qualsiasi forma di associazionismo e di politica dal basso, costruendo la città idilliaca per il perfetto consumatore ma al tempo stesso svuotata da qualsiasi significato sociale. La distanza che si è voluta creare tra la gestione della città e la cittadinanza “inattiva” tratta il cittadino come incapace a priori di gestire i beni comuni ( i pochi rimasti ), lo riduce a spettatore di ciò che succede e tende a ritenere le sue idee e i suoi consigli come qualcosa di superfluo e proveniente da un soggetto “incompetente”.
Si preferisce quindi vendere il pubblico ai privati e affidarsi alle fondazioni bancarie: per esempio non possiamo non tener conto di tutti gli spazi venduti all’istituto per l’alta formazione IMT (di cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la Fondazione Banca del Monte di Lucca sono i primi finanziatori attivi) e a cui il comune di Lucca versa ancora 600.000 euro annui come se nulla fosse.
I restanti luoghi pubblici (e per pubblici intendiamo intestati a enti pubblici) sono stati lasciati al completo abbandono o messi in vendita (da questo punto di vista la giunta Tambellini non ha affatto segnato un’inversione di tendenza, anzi).
Triste conseguenza di questa politica è quindi la città bigotta che ci troviamo davanti, dove non esiste una città “pensante” capace di produrre pensiero critico e di mettere in discussione con l’attivismo dal basso l’apparato economico -politico oggi esistente. Una città completamente vuota dopo l’orario di chiusura dei negozi, completamente gestita dalle ronde poliziesche che durante la notte dettano l’unica legge a loro plausibile, sancendo di fatto un coprifuoco.
E’ per tutte queste motivazioni, per far evolvere positivamente la città, che consideriamo l’attuale situazione degli spazi come profondamente vincolante, ed è per questo che noi proponiamo una nuova e necessaria visione di essi.
Il nostro lavoro parte proprio dal ricostruire un tessuto sociale cittadino consapevole, pensante e critico. Il nostro obiettivo è cercare di instaurare tra i cittadini nuove relazioni improntate alle solidarietà, alla condivisione e alla collettivizzazione dei disagi e delle aspirazioni. Gli spazi sociali che tanto desideriamo sono la base fisica indispensabile per dare inizio a questo lavoro e per distruggere quelli che sono i 3 vincoli suddetti. Le istituzioni hanno dimostrato di non voler gestire al meglio gli spazi esistenti e al contrario li hanno mandati in malora e si sono rese corresponsabili della loro privatizzazione. Non possiamo quindi pensare di affidare a loro la risoluzione di questo problema, consci che le tante belle promesse fatte in passato sono finite puntualmente nel nulla. La risposta può essere una sola è sta nell’autorganizzazione dal basso. Gli spazi dunque non possono che essere riconquistati, gestiti e difesi dagli utenti stessi.
La generazione che vogliono piegata dalla crisi capisce ogni giorno la bontà di queste argomentazioni e la necessità di attuarle.
Anche qui a Lucca il percorso è iniziato, la città che dorme si sta svegliando. La prospettiva incomincia a cambiare.
Giugno 20, 2013 Commenti disabilitati su Vite di scarto alla ricerca della socialità perduta
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Finalmente nasce il primo blog di informazione alternativa della città di Lucca! Da tempo ci eravamo promessi di farlo ed ora finalmente ci siamo. Non avere avuto un proprio canale informativo ci ha costretto fino ad ora a dover ricorrere ai giornali, alle tv e ad altri media per esprimere idee e pubblicizzare iniziative. Con tutte le conseguenze del caso: strumentalizzazioni, snaturamento dei nostri messaggi, parzialità. Da oggi non sarà più così.
Gestire un blog ci dà la possibilità di esprimerci in maniera diretta e visibile a tutti, tracciando una linea netta tra noi, le nostre ragioni, le nostre idee e chi invece parla a vanvera di quelli che sono i movimenti sociali presenti in città, senza conoscerli direttamente. Questo blog nasce quindi prima di tutto da una necessità, la necessità di espressione di chi tutti i giorni vive le lotte sociali sulla sua pelle, per spiegare in maniera pubblica le decisioni e le iniziative che vengono portate avanti.
Giugno 9, 2013 Commenti disabilitati su …
Torpedo, collettivo politico nuovo!
Come trasformare la nostra città nel tempo!
5 punti di partenza per comprendere chi siamo e cosa ci unisce…
Aprile 29, 2013 Commenti disabilitati su Torpedo, collettivo politico nuovo!